Per motivi di longevit e di durata artistica, Sonny Rollins rappresenta la massima icona del jazz moderno, avendo avuto la fortuna di vivere gi al tempo e nel luogo della leggenda, di cui certi personaggi e talune ambientazioni appaiono ammantati da un alone di sacralit e tenuti in vita da una forte carica mitopoietica, per poi passare attraverso la storia del jazz contribuendo a scriverla, fino a giungere alla realt virtuale della musica parcellizzata e frammentaria nell'era del Web 4.0.
Che si tratti di bop, hard bop, hard-swing, latin-jazz, post-bop, free-bop o funk-bop, l'impronta del Colosso talmente unica da mettere in evidenza uno stile compositivo ed espositivo del tutto personale. Si potrebbe aggiungere che, al netto di ogni evoluzione e di tutte le variabili apportate al suo modulo espressivo, Rollins abbia sempre suonato bop nell'accezione pi larga del termine, utilizzando il metodo dell'improvvisazione tematica. Pur considerando la sua lunga discografia, possibile affermare, senza tema di smentita, che esista musicalmente un solo Rollins.
Sonny Rollins colui che non ha mai voluto subire il predefinito orientamento di questa o quell'etichetta discografica; non si mai intruppato in formazioni stabili e vincolanti, se non in qualche rara occasione e sempre per un interesse momentaneo. Le sue pause di riflessione, spesso durate a lungo, sono servite in parte da catarsi rigenerativa, in parte a creare degli spartiacque o delle fratture con il passato, ma soprattutto a mettere in discussione il vissuto precedente. Tutta l'attivit artistica di Rollins stata impiegata ad alimentare la voce del suo strumento ed a scoprirne costantemente nuove ed inedite possibilit d'impiego.
Questa non l'ennesima biografia di Sonny Rollins, ma il racconto della vita di uno dei massimi sassofonisti tenori di tutte le epoche, attraverso i suoi dischi pi rappresentativi, i quali diventano i capitoli stessi del plot narrativo sostanziandosi come uno spaccato significativo ed una cospicua parte della storia del jazz moderno.